Campo di perdita di peso hong kong
A chi giova lo scontro? Forse a nessuno e soprattutto non giova agli studenti che protestano e agli abitanti di Hong Kong nel loro complesso.

Ma questo progressivo peggioramento era prevedibile e da tempo le voci più sagge della città, in primis quella del cardinal John Tong Hon, hanno esortato i giovani ad abbandonare la strada della protesta violenta. Il loro malessere e il loro disagio sono più che comprensibili e verso di loro è impossibile non provare simpatia.
Allora Hong Kong era la seconda area del mondo per reddito pro capite, settima per quantità di riserve valutarie straniere e terza per esportazione di indumenti.

Qui le case sono molto care, le possibilità di lavoro sono più ridotte, le prospettive di sviluppo si sono molto ristrette. E il - quando il controllo cinese sulla vita individuale e collettiva degli abitanti di Hong Kong diverrà diretto - appare molto più vicino: i giovani che oggi protestano vivranno questo passaggio e pure i loro figli.
Ma la rabbia non è una buona consigliera.

La durezza dello scontro ha creato una ferita profonda nel tessuto di Hong Kong, suscitando una contrapposizione insanabile tra gli studenti e la polizia che da mesi si fronteggiano in un conflitto sempre più esasperato. Intanto la governatrice Carrie Lam è praticamente esautorata mentre da Pechino giungono moniti sempre più duri. Ma tutto questo spinge gli studenti in un cul de sac.

Questo sbocco è emblematico di un più complessivo esito delle proteste di questi mesi. A chi giova tutto questo? Le prese di posizione internazionali sono condivisibili se mirano a ottenere clemenza per i giovani coinvolti nelle proteste di questi mesi.
